Sarebbe quanto meno opportuno comprendere, una volta per tutte, che il gioco di squadra è una scelta vincente per il nostro Paese e per Varese. Questa dovrebbe essere la strategia non solo delle istituzioni ma anche delle associazioni di categoria e delle autonomie funzionali.
Occorre innovare facendo reti e sapendo guardare con attenzione alle pratiche di altri. Attrezzandoci a cogliere le occasioni che si presentano, si deve essere pronti a salire sul treno in corsa. Un’occasione da non perdere sarebbe quella di cercare di inserirsi nell’accordo stipulato tra la Milano dell’Expo e la Verona di VinItaly una delle maggiori fiere internazionali.
Il progetto, presentato nei giorni scorsi a Verona dall’amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, e dal presidente di Verona fiere Ettore Riello, insieme alla presidente di Expo e commissario generale del Padiglione Italia, Diana Bracco, prevede un percorso di promozione e di collaborazione fra le due città. Che si tradurrà nella manifestazione OperaWineExpo: la formula del ‘Fuori salone del mobile’ pensata per Expo e spostata a Verona. I temi: il vino, l’agro-alimentare, l’opera lirica. Le due città mettono insieme punti di forza ed eccellenze per diventare più attraenti nei confronti del turismo internazionale e per convincere i visitatori di Expo a fermarsi qualche giorno in più spostandosi nella città veneta. Decisione saggia da estendere anche ad altre città: perché l’Expo si trasformi in una promozione di tutto il paese. E così avvenga anche per Varese.
La nostra non è una città da relegarsi nelle serie minori. Varese ha punti di eccellenza che devono essere portati a costituire con nostra fierezza l’eccellenza di Expo che si svolge presso il territorio di Varese.
Basti riflettere sul fatto che Varese può fregiarsi di una pluralità di eccellenze Unesco, dispone di bellezze ambientali naturalistiche mozzafiato ed è anche una realtà economica di tutto rispetto.
Varese deve sapersi vendere e attrezzandosi a questo fine deve mettere in rete le sue molte e diversificate eccellenze che devono essere collegate con quel sistema di accoglienza che pure c’è.
Facendo un esempio del da farsi, ho proposto a marzo su queste colonne di portare i prodotti tipici del Varesotto a ben figurare in Expo 2015. Rimango fermo nel credere che il sindaco, a maggior ragione di una città capoluogo come Varese, abbia il compito di dare impulso alle aziende locali ancor più se queste promuovono prodotti che hanno origine nel nostro territorio celebrando le specialità della tradizione enogastronomica lombarda.
Lo stesso potere ce l’ha il presidente della Camera di Commercio. Dopo che il sindaco non ha… prontamente raccolto la mia proposta, ho scritto al presidente della Camera di Commercio di Varese, avendo appunto letto nei giorni passati dell’iniziativa assunta dall’Agenda 21 laghi che ha promosso una guida dei prodotti tipici locali ed anche del volere del presidente della Camera di commercio che questo ente da lui presieduto possa essere punto di riferimento per Expo. Gli ho pertanto proposto di riproporre l’iniziativa assunta dalla Agenda 21 laghi della provincia di Varese a sostegno dei produttori, dei consumatori che vogliono un prodotto di qualità e possibilmente a kilometro zero e dello stesso turismo nel territorio varesino. Una iniziativa alla base della quale ci sarebbe anche una intuitiva ragione di tutela dell’ambiente. Gli ho così domandato, per favore, di convocare una riunione operativa magari per il prossimo mese di maggio invitando a parteciparvi, per iniziare, i Presidenti di Varese di Confagricoltura, di Coldiretti, di Cia, di Cciaa, ma anche il presidente dell’Agenzia turistica varesina, il provveditore, gli esponenti del comune di Varese e il presidente della Associazione Ecomuseo.
Mangiare a kilometro zero significa anche risparmiare e combattere l’inflazione con prezzi che non debbono comprendere costi di imballaggio trasporto e distribuzione. Consumare prodotti tipici aiuta l’economia locale a superare la crisi che imperversa in tutto il mondo sui più disparati settori, compreso l’agro-alimentare. Una maniera per risolvere la difficoltà di acquisto in questo specifico campo spesso si identifica con la scelta di diminuire gli acquisti alimentari di qualità, privilegiando quindi la convenienza economica a discapito della genuinità del cibo. Niente vi è di più sbagliato. Attraverso l’acquisto di prodotti tipici abbiamo la garanzia di genuinità delle materie prime, di basso impatto ambientale data la loro provenienza locale, di salvaguardia di pratiche tradizionali di lavorazione, e compiamo anche una buona azione verso noi stessi e verso l’economia locale.
La crisi economica non può risolversi abbassando la qualità dei nostri acquisti alimentari, a dispetto della nostra salute e di quella della biodiversità dei nostri territori. La crisi economica ha prodotto allora la crisi dei consumi, ma proprio dalla ‘crisi’ si è generata la ‘criticità’: il consumo critico. Basta vedere internet per accorgersi che, in termini di promozione, molto è stato fatto.
Caldeggio però, per l’ennesima volta, la iniziativa, nuova, sistemica e specificatamente improntata a Expo 2015 in cui i suoi organizzatori ambiscono a far venire sul territorio migliaia di visitatori e che proprio, tra l’altro, tratta della questione dell’alimentazione di qualità.
Propongo così che venga realizzata un’innovativa e accattivante guida dei prodotti tipici varesini di oltreché dei ristoranti dove mangiarli, degli alberghi in cui soggiornare, degli itinerari e dei sistemi di movimento per arrivare ai diversi luoghi di loro produzione e di loro degustazione.
Una pubblicazione di questo genere oltre ad avere un’importanza dal punto di vista pubblicitario, di quello educativo oltre che di quello ambientale (di cui ho già detto), sarebbe anche un biglietto da visita per presentarsi alla prossima Expo 2015. Si potrebbe chiamare anche un editore varesino… Lo stesso discorso potrebbe essere fatto per le numerose industrie che nel Varesotto fanno innovazione.
You must be logged in to post a comment Login