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Libri

LA VERITÀ NELLE PIEGHE DELLA STORIA

CARLA TOCCHETTI - 26/04/2013

Se dallo studio del passato nascono gli strumenti per affrontare il futuro, allora è necessario che ce la raccontino bene, la storia. È dalla consapevolezza di questo gap, che nasce il libro di Gaetano Allegra “Il demonio di Sant’Andrea”. Già dalle prime pagine, il libro racconta di un territorio, storie, personaggi, che davvero non ti aspetti. La cornice delle vicende narrate è una Lucania bellissima e flagellata, una terra generosa abitata da gente orgogliosa. L’epoca è quella del periodo del cosiddetto brigantaggio che si diffuse nei territori meridionali durante la transizione tra il Regno delle Due Sicilie e l’Italia dei Savoia. Al giovane Gaetano (Tani), scrittore appassionato di storia come esito di studi classici al Cairoli di Varese, non quadrava la ricostruzione della storia dei briganti fatta dalla storiografia ufficiale, e ha deciso di scavare in profondità.

Ha viaggiato, risieduto nel Vulture, è andato alla ricerca delle fonti del periodo considerato, dopo la metà dell’ottocento, a cavallo della nascita del Regno d’Italia: cronache, giornali, editti, volantini ma soprattutto i diari del brigante Carmine Crocco. Una figura controversa, un grande leader popolare capace di risvegliare una coscienza identitaria nei contadini e di promuovere il sollevamento contro i Borbone prima ed i Savoia poi, colpevoli di acquisire ricchezze in quanto governi centrali senza però restituire al territorio crescita ed autonomia. Dalle storie di Crocco nasce l’avvincente romanzo di Tani: si aggiungono nuovi protagonisti che tratteggiano l’umanità e il dolore di giorni che segnano una svolta storica di cui ancora oggi sentiamo gli effetti.

Nasce proprio in quella manciata di anni, infatti, la questione meridionale, a causa di un divario economico logistico e culturale, programmato centralmente e con grande lucidità, che di fatto spezzerà in due la Penisola e non sarà mai interamente ricucito.

A valle di questa situazione, trovano spazio organizzazioni di un potere parallelo (con modalità che ci ricordano come la criminalità organizzata sia infiltrata ovunque), in grado di capire le istanze dei contadini meridionali e valorizzarle. Protezione, rispetto, nuove gerarchie: diverse da quelle imposte, ma che alla fine si riveleranno altrettanto violente, brutali e suscettibili di condanna. Il brigante sarà in ogni caso sconfitto dagli eventi e tradito dai suoi stessi compari, maturando la consapevolezza che alla violenza non c’è mai fine, ed è quindi inutile rispondere alle violenze opponendo la stessa moneta.

La parola stessa ”brigante” non è in grado di rendere la complessità della situazione di allora, e il ricordo dei briganti oggi si è fatto mito. Ecco perché è indispensabile andare a rileggere la storia. Anche attraverso un romanzo, capace di arrivare al cuore di tutti, dei giovani soprattutto, meglio e più direttamente di un saggio di storia. Il libro di Tani Allegra, presentato anche nelle scuole, ci offre l’autorevole prefazione di Rita Borsellino, che vi ha intravisto il brillìo di ideali nobili e cristallini, di cui vorremmo che tanti giovani, oggi, siano portatori nel cammino di verità e condivisione indispensabili per promuovere efficacemente rispetto e bene comune.

Allegra Gaetano
Il Demonio di Sant’Andrea
Rupe Mutevole
15,00 €
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