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Lettera da Roma

UNA CHIAMATA DA RIMINI

PAOLO CREMONESI - 26/04/2013

Fiera di Rimini, Esercizi 2012 (Archivio CL/Roberto Masi)

Sarebbe meglio chiamare l’appuntamento odierno: Lettera da Rimini. Di ritorno, infatti, dagli annuali esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione (ventiquattromila adulti riuniti dalla cena del venerdì al pranzo della domenica) sono qui a chiedermi, come ogni anno (i primi risalgono al 1983), perché tutte le volte parta con il disagio di affrontare una fatica e tutte le volte torni più lieto.

Intendiamoci quando parlo di ‘fatica’ lo faccio a ragion veduta: una volta giunti la sera a Rimini, si parcheggia la macchina al proprio albergo. Tutti gli spostamenti verso la Fiera, luogo del raduno, sono effettuati con pullman noleggiati nell’azienda di trasporto pubblico locale. Sui bus, stipati come sardine, si sta in silenzio. Come pure una volta arrivati, dai parcheggi ai saloni. Spostare contemporaneamente ventisettemila persone distribuite lungo tutta la costa da Bellaria a Riccione, non è uno scherzo. Così può capitare che, dal momento in cui entri nel padiglione che ti è stato assegnato a quando inizi la lezione, passino trenta, quaranta minuti. Ancora in silenzio.

E poi: le camere da due, tre letti vengono assegnate da una segreteria centrale. Dormi con chi ti capita. Il tempo di inizio primavera è quello che è. Questa volta è piovuto: il vento si divertiva a spazzare i maledetti ombrellini pieghevoli. A fine aprile le cittadine romagnole, Rimini compresa, si stanno lentamente svegliando dal letargo: sono deserte e vuote. I negozi chiusi, qualche bar svogliatamente aperto. Viene in mente “il mare d’inverno, poco moderno, qualcosa che nessuno mai desidera” cantata da Loredana Berté.

Esercizi. Di solito pensiamo a quelli in palestra. Il tema di quest’anno invece era una frase di San Paolo: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”. Sono giorni che attraversi con la mente e il cuore. Accetti tempi che non sono tuoi… Chiedi a un Altro di riempire i “vuoti” che avresti riempito con il tuo attivismo: lezione /messa /albergo / lezione / albergo / pranzo / lezione / messa / albergo / cena / assemblea / lezione / messa /avvisi. E poi in epoca di “global comunication” rimugini: ma perché farli tutti insieme, perché proprio a Rimini. Non potremmo dividerci per città collegati in “streaming” senza dover spostare decine di migliaia di persone ?

Parto agitato. Torno contento. Come mai ?

Intanto è un gesto profondamente rispondente alla mia natura umana. Da perfetto uomo del XXI secolo, materialista e illuminista, sono portato a credere che una volta acquisita una esperienza, quella stia lì intatta per tutta la vita. Non è cosi. Anche i discepoli hanno dovuto vedere e rivedere Cristo all’opera. Alla fine di ogni miracolo i Vangeli notano realisticamente “e allora credettero in Lui”. Ma come? Non avevano già creduto? È proprio della natura umana dover vedere e rivedere, sperimentare e poi risperimentare. Per questo vivere gli Esercizi partecipa di questa dinamica.

E poi perché fai parte di un popolo. All’uscita di una delle lezioni, stretto e in silenzio tra fiumi di persone, ho scansato all’ultimo una figura nera e minuta. Era un prete. Anziano, curvo, si muoveva con il bastone nel vestito lungo della talare. Un passo dopo l’altro non temeva di essere travolto e guardava avanti con occhi chiari. Lontano anni luce dalle schiere di giovani e aitanti sacerdoti che a decine ci distribuivano la comunione, camminava lento ma sicuro, guardando lontano e seguendo il flusso della folla. Era dentro una storia.

Mi sono ritrovato a pensare: vorrei un giorno essere come lui. Il cristianesimo non è cosa per singoli. Siamo dentro una strada che non inizia con noi e per fortuna nemmeno finisce con noi: ne percorriamo un pezzo insieme ai fratelli che Dio ci manda per un tratto di percorso. E la domenica preghiamo: “Padre nostro”. In un’epoca come questa c’è solo da ringraziare.

“Mare mare, qui non viene mai nessuno a trascinarmi via / Mare mare, qui non viene mai nessuno a farci compagnia” cantava ancora la Berté.

Agli Esercizi di Rimini anche quest’anno a me è “accaduto” proprio il contrario.

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