Un primo accenno alle castellanze varesine si ha in un documento del 1305 che parla della “squadra di Santa Maria”. Gli statuti comunali del 1585 fanno numerosi riferimenti alle squadre; tali statuti fissavano le norme che dovevano “osservare i signori reggenti del Borgo di Varese et sue Castellanze”, introducendo di fatto l’istituto della Reggenza.
I Reggenti erano sei, uno per squadra, ed erano eletti dalle rispettive squadre per rappresentare il proprio territorio. Formavano un corpo collegiale responsabile della vita amministrativa del comune.
Sopra questo comitato vi era il Podestà di nomina governativa.
La squadra di san Martino confinava con quella di Biumo Superiore da una parte ed era delimitata dalle attuali via Broggi, piazza Carducci e via Donizetti dall’altra. Qui iniziava la squadra di santa Maria che aveva come confini palazzo Podestà, l’arco Mera e la parte sinistra di piazza san Vittore con via Canonichetta, esclusa la basilica di San Vittore.
Iniziava quindi la squadra di san Giovanni che comprendeva porta Campagna, ora Marcobi, piazza Porcari, ora Monte Grappa, la basilica e piazza Canonichetta.
Ultima era la squadra di san Dionigi che comprendeva la Motta, la chiesa di San Giuseppe, la via Milanese ora Volta e Manzoni. A San Martino era unito Giubiano, a Santa Maria Cartabbia, a san Giovanni Casbeno, a San Dionigi Bosto.
Le altre due squadre erano quelle di Biumo superiore e Biumo inferiore. Alla prima erano uniti Ronchetto Fè, Bettole, Brunella, alla seconda erano aggregati Valle Olona, Belforte, Penasca (San Fermo) e Cascina Mentasti.
Nella Cronistoria trasmessaci da Luigi Brambilla leggiamo:
“1751 – I Varesini fanno pratiche coercitive presso il governo, perché si interponga a che il signor Tomaso Orrigone, eletto Reggente, si induca ad accettare la carica.”
L’ Orrigoni citato era un ricco possidente ed affermato commerciante, proprietario di un grande edificio, appena costruito con un vasto giardino che venne acquistato nel 1765 da Francesco III per essere ampliato e per diventare la Corte, ora palazzo Estense.
Se ci rapportiamo ai nostri giorni, si può notare come si adotti una ben diversa procedura per essere eletti: si fanno carte false (pardon, firme false)!
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