Uno spazio dove esprimersi, la libertà di creare qualcosa insieme agli altri, sperimentando il valore dell’aggregazione e il significato di autonomia. Una possibilità preziosa su cui tutti i bambini, e in particolare quelli che vivono momenti di fragilità, dovrebbero poter contare. E’ questo il dono prezioso che il Villaggio SOS Morosolo ha voluto realizzare per i bambini e i ragazzi che frequentano il centro educativo nelle vicinanze di Varese. “E’ una nuovissima struttura a disposizione sia dei giovanissimi che ospitiamo, sia per i bambini che vengono a trovarci per le attività pomeridiane.”
Dice Elena Pavesi, Presidente della Cooperativa Sociale ONLUS che gestisce il centro: “Lo abbiamo chiamato Arcobaleno proprio perché all’interno dello spazio ai ragazzi, in piccolo gruppi, sarà concessa la massima libertà: stare insieme, giocare, fare musica, teatro, arte (guidati e non), trovare le proprie consapevolezze e magari anche i propri talenti”. Lo abbiamo creato grazie al sostegno di due Lions club varesini: il Varese Host, che ha fatto propria l’iniziativa attraverso progetto, direzione lavori e realizzazione, e il Varese Città Giardino. Hanno inoltre dato un significativo contributo nell’ambito delle loro attività rivolte al sociale la Fondazione Comunitaria del Varesotto e la Fondazione UBI per Varese.”
Avere una spazio di espressione è una componente fondamentale di qualsiasi progetto educativo, in quanto il tempo e la modalità del gioco consentono di abbattere le barriere emotive e psicologiche, spesso presenti nell’adolescenza e tipiche dei momenti di crisi, che rischiano di compromettere un pieno e sereno sviluppo della personalità. Le attività nello Spazio Arcobaleno sono quindi un prezioso complemento ai progetti di accoglienza di tipo “preventivo” che il Villaggio SOS Morosolo rivolge alle famiglie del territorio: micronido, prescuola, assistenza mensa, doposcuola, tutoraggio scolastico, centro diurno, centro estivo.
Il cuore dell’organizzazione del Villaggio SOS Morosolo, però, è da sempre impegnato nell’offrire attività “riparative”, sociologicamente e pedagogicamente avanzate, a bambini che vivono in famiglie con gravi difficoltà. La struttura prevede tre Case-famiglia per bambini da 0 a 12 anni, due comunità che ospitano ragazzi preadolescenti, due Case per l’autonomia dei giovani, una casa Mamma-Bambino. E’ un servizio utilissimo, al quale si appoggiano anche i Servizi Sociali del Comune di Varese, ente che però si dibatte in una crisi economica senza precedenti. Dice Elena Pavesi: “Quando ci siamo accorti che la mancanza di soldi metteva a rischio la possibilità stessa di assistere i minori che il Comune ci affidava, abbiamo capito che i bambini sarebbero stati i primi ad essere penalizzati. Abbiamo quindi sentito il dovere di fare una proposta concreta: ci faremo carico per la durata di due anni del costo dell’affido temporaneo di due bambini, laddove alla scadenza il Comune ha preso l’impegno per loro di proseguire per altri tre anni. Dopotutto la nostra struttura è nata proprio per risolvere i problemi: vorrà dire che ci stringeremo idealmente e faremo spazio all’arrivo di altri due “figli” !”
Sono piccoli grandi gesti che promuovono un senso collettivo di responsabilità sul futuro dei nostri bambini, e che danno alla parola “condivisione” un significato profondo e vero
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