Nelle ultime settimane ci sono stati almeno due episodi di cronaca cittadina sui quali vale la pena ritornare. Il primo è l’intenzione di Palazzo Estense di finalmente intervenire sul problema del crescente degrado cittadino in seguito a una vera e propria esplosione di graffiti che deturpano pezzi sempre più consistenti del centro cittadino, un fenomeno che i media da anni denunciano, peraltro del tutto inascoltati; il secondo fatto, del resto connesso al primo, si riassume in due gravi episodi di vandalismo ai danni di una delle panchine in serizzo posizionate sotto il “mitico” piantone di via Veratti, per una volta almeno prontamente rimessa a nuovo, e nell’attacco all’edificio dei servizi igienici dei Giardini Estensi, situati lungo il muro di confine con il parcheggio ACI di via San Francesco, servizi rimessi in sesto lo scorso anno dall’Amministrazione con una spesa di circa ventimila euro ovviamente a carico di tutti i contribuenti.
A questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti che si è in presenza di una situazione molto preoccupante di fronte alla quale condannare la maleducazione e la cialtroneria imperanti in certi gruppi giovanili – in verità minoritari – non basta più. Non basta più ma può risultare addirittura controproducente seguitare a banalizzare il fenomeno come fece a fine 2012, in un’improvvida intervista a un quotidiano cittadino, il sindaco Fontana confrontando Varese con Bologna e Parigi, due realtà assolutamente fuori scala rispetto alla nostra realtà.
Comunque sia l’amministrazione cittadina si appresterebbe a intervenire con un regolamento, in via di definizione, che potrebbe porre a carico dei proprietari degli edifici danneggiati i costi di ripristino di muri, colonne e quant’altro, un’ipotesi che ha provocato la reazione indispettita dei commercianti già messi a dura prova dalla crisi economica in atto e da tasse e balzelli connessi alla loro attività. A prima vista sembrerebbe una sorta di “responsabilità oggettiva” di tipo calcistico dove sulla squadra ospitante grava, in linea di massima, una presunzione di colpevolezza per tutto quello che accade durante la partita. Un principio già dubbio nel calcio e del tutto inaccettabile a livello civico dove il danneggiato subirebbe oltre alla classica beffa anche l’altrettanto classico danno.
Potrebbe invece essere più produttivo coinvolgere i cittadini in un grande progetto di solidarietà civica (alcune associazioni come Floreat e Italia Nostra si sono dette disponibili) per il recupero e la difesa dell’immagine di Varese, in quest’ottica si potrebbe anche istituire un fondo spese da alimentare con contributi del Comune, dei commercianti, delle diverse categorie professionali, dei singoli cittadini. Più o meno su questa strada si sta orientando l’Assessorato alla cultura nel lodevole tentativo di pubblicare un grande catalogo con tutte le opere d’arte della città.
Insomma sembra sempre più urgente colmare, con misure concrete (anche di repressione e contrasto) visibili e comprensibili a tutti, quel “gap” di partecipazione e condivisione esistente tra cittadinanza e pubblica amministrazione ben illustrato nel numero scorso di RMFonline da Pierfausto Vedani nel pezzo “Disattenzione e affezione”.
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