Sembrava di essere veramente in un altro mondo qualche sera fa, esattamente il 12 marzo alla sala Montanari, quando l’assessorato alla sostenibilità e tutela ambientale del comune di Varese ha presentato finalmente il PLIS, ovvero lo studio di fattibilità ambientale per la cintura di Varese sud.
Davanti a una sparuta platea, circa una quarantina di persone, per lo più addetti ai lavori, salvo un congruo numero di cittadini di Bizzozero, sono stati pronunciati termini quali reti ecologiche, biodiversità, deframmentazione dell’habitat, ricucitura di corridoi per il transito degli animali e così via, che dall’essere di pura proprietà dei “competenti”, e trattati in conferenze specifiche, si stanno materializzando in un piano di recupero e di valorizzazione di una vasta area dei Comuni di Varese, Malnate, Gazzada Schianno e Lozza.
Chi sono i veri padri di questo nascente strumento? Li cito con le scuse anticipate verso coloro che pur collaborando sono stati più in disparte: il presidente Gianluigi Lazzarini e l’intera circoscrizione Giubiano-San Carlo-Bizzozero, il presidente Giovanni Raffo, Sergio Lolli dell’associazione Amici di Bizzozero. L’architetto Minazzi, Lega Ambiente, la Lipu.
Sono stati loro che, partendo dall’ipotesi di risanamento della Palude della Torbiera e di tutta la plaga intorno alla Stoppada, zona tra Bizzozero e il “Coer de Sass”, hanno saputo calare la vanga nel suolo e trascinare l’idea di salvaguardia di tutta una amplissima zona interessante i Comuni sopraddetti. Ci si riferisce proprio a una cintura verde a Sud della città. E finalmente per Varese non si parla di cementificazione, ma di pianificazione territoriale.
Spesso l’ecologia viene vista come ostacolo nei confronti dello sviluppo economico; il residuo patrimonio ambientale è minacciato da nuove criticità. Un grosso valore che colgo in questo PLIS è proprio quello del collegamento intercomunale. Come ideò intorno al Campo Dei Fiori il grandissimo Salvatore Furia, così ora con questo progetto si prevede la connessione di più ambiti che difendono la biodiversità (PLIS Valle del lanza, PLIS Rto, PLIS Bevera). Il Nord della provincia si può collegare inoltre alle realtà meridionali presenti, Pineta di Appiano Gentile e Tradate, e a quelle della vicina provincia di Como.
Il progetto dovrà essere bene identificato attraverso la perimetrazione delle aree entro il Piano del territorio. Questo punto fermo dovrà essere strenuamente difeso. Si esige una conoscenza dello stesso che reputo ancora insufficiente. Altri titoli del cambiamento futuro di Varese non potranno prescindere da quello ecologico; la viabilità e la mobilità, più popolari, in quanto trattano di fruibilità più spicciola e immediata, dovranno necessariamente fare i conti con il nuovo piano.
In conclusione, grazie anche al contributo finanziario della Cariplo, il paesaggio del sud varesino, che molti non conoscono nemmeno, quali le valli dell’Olona e del Selvagna, sarà certamente oggetto e soggetto di scoperta, come per esempio quella di essere stato il fondo – città compresa – di una grande mare preistorico.
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