Hai accettato quel legno da lì non sei sceso, nonostante gli insulti, le sfide crudeli.
Difficile capire: quale necessità per morire così, maniera disumana.
È il trionfo delle tenebre, i potenti sogghignano: un illuso, un sognatore, bestemmiatore di Dio.
I tuoi discepoli sono fuggiti, incapaci a reggere alla immane tragedia.
Un ricordo lontano Il tuo pellegrinare a dire parole nuove beneficando e sanando.
Ritorno a guardare la croce: quel volto mi parla, nessuno sa morire così, il mistero si svela.
“Padre perdona” è parola che cade tra crudeltà inaudite, nel sarcasmo demoniaco.
Non è parola di uomo: viene dal volto insanguinato, mite e umile,abbandonato al volere divino.
Attorno alla croce spiragli di luce: ormai si intravvede una nuova umanità.
“Davvero quest’uomo era Figlio di Dio”. La tua morte genera vita tra i puri di cuore.
O Maria, tu nostra madre, tienici per mano sotto la croce di Gesù e sotto la croce degli uomini.
Con le donne corriamo al sepolcro, là troveremo il Maestro risorto e Signore, ai piccoli lui si manifesta.
Là ci sarà detto: è veramente risorto, il suo amore ha vinto anche la morte.
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