Ho scritto all’Assessore alla Tutela Ambientale del Comune di Varese avendo letto che lo stesso si sta ancora condivisibilmente attrezzando a ridurre la colonia di piccioni cittadini con metodi convenzionali. Propongo, invece, di adottare pratiche nuove che hanno avuto fortuna in altre città assillate dal medesimo problema con pesanti seccature per i cittadini e per il patrimonio storico-artistico.
I piccioni sono in città un esercito. Loro, volatili intelligenti, fedeli, prolifici (possono riprodursi oltre cinque volte l’anno), possono essere portatori di agenti patogeni. Per questo è importante evitarne la sovrappopolazione partendo dalla constatazione che i piccioni in natura vivono qualche anno, mentre in città anche qualche lustro, in considerazione del fatto che, in questo ambito, vi sono più cibo e migliori condizioni climatiche. Bisogna evitare che la presenza dei piccioni possa diventare un problema insanabile.
Educare la popolazione perché non venga lasciata in giro pattumiera e perché non venga dato loro cibo (irrogando anche pesanti multe), è il modo più semplice di contenerne l’espansione. Trent’anni fa a Monaco, per esempio, l’amministrazione tappezzò la città con mega manifesti, lanciando questo messaggio.
Potrebbe non bastare agire così e potrebbe servire anche porre in essere iniziative ad adiuvandum le pratiche di cui sopra (che non siano uccisioni o veleni). Trovo degli accorgimenti apparentemente idonei leggendo la stampa nazionale.
A Parigi, per esempio, il sindaco del 10º arrondissement (piazza della Repubblica sulla riva destra della Senna), ha inaugurato la dodicesima torre colombaia che consente di controllare le nascite dei piccioni. Ogni torre che ha 140 cellette, non solo, è apprezzata dalle coppie dei piccioni ma, è sperimentato, diventi pure meta di altri volatili anche migratori.
L’obiettivo è sottrarre alcune uova dalle covate sostituendole con uova di plastica, per dimezzare le nascite in modo dolce. La torre ha anche consentito di monitorare lo stato di salute dei piccioni capaci di spostarsi in giornata anche di venti chilometri.
Questa sembra essere la strategia vincente: la città di Basilea che ha adottò le torri colombaie nel 1988, ottenne in un anno la riduzione del 50% del numero di piccioni, di 1650 chili di guano e la produzione di 2500 uova in meno. L’esempio svizzero è stato seguito nel 2003 oltre che da Parigi anche da Londra, Sydney e Nottingham.
Questo sistema che consente di togliere alcuna uova delle covate con una attenta supervisione di esperti naturalisti, funziona ma potrebbe essere più efficace se venissero distribuite tante piccole torri in molti quartieri della città.
Varese, potrebbe sperimentare questo sistema sentendo anche con il consiglio della città di Milano che l’ha già adottato dal 2011 e usufruendo della supervisione della Facoltà di Scienze dell’Università dell’Insubria.
Secondo quanto sopra detto, consiglio però di porre non una sola ma più piccole torri in diverse castellanze.
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