Se nel terzo millennio si sente l’esigenza di classificare la fitoterapia tramite la stesura di un nuovo trattato da mille pagine, vuol dire che questa antica tipologia terapeutica presente nell’armamentario medico è tuttora largamente inesplorata. Il perché è già nel titolo: nel suo monumentale “Driope” (Nuova Ipsa), il celebre erborista farmacologo viggiutese Gabriele Peroni ci anticipa che il destino dell’uomo, sempre, è ritornare all’antico “patto con la natura”.
Mentre la scienza medica avanza con avveniristici capitoli di ricerca in tema di diagnosi e cura, per contrappasso spesso il progresso si rivela un recupero intessuto di conoscenze antichissime delle leggi che regolano il funzionamento di ogni organismo vivente in natura. Pensiamo alla moderna necessità di ristabilire una empatica relazione tra medico-paziente, che possa semplificare la difficoltà di una diagnosi e di una scelta terapeutica sempre più precisa e potente: alle origini della più antica medicina popolare, i principi cardine sanciti da Ippocrate erano già il tocco e la parola, accompagnati dalla sapienza nell’adottare un rimedio fitoterapico essenziale ed efficace.
Poiché finalità della cura non è la somministrazione sommatoria di singoli principi attivi bensì una visione integrata ed olistica dell’intervento sull’uomo, oltre alla cospicua catalogazione di piante officinali, “Driope” ci offre una precisa e documentata rassegna delle valenze fitodinamiche dei loro componenti biochimici, e delle relative abilità galeniche che possono esaltarle. Tre compendi di fitogemmoterapia, aromaterapia e oligoterapia sono a disposizione per riverificare le conoscenze scientifiche di base del fitoterapeuta durante il monitoraggio terapeutico, suggerendo che solo approssimazione o imperizia nell’utilizzo delle piante come rimedio, possono creare interazioni pericolose con l’organismo ed altre sostanze assunte.
E per ritrovare in natura le nostre amiche piante tenuto conto della biodiversità climatica che si esprime nella nostra lunghissima penisola, nel trattato troviamo anche un prezioso repertorio che indica la presenza delle piante i termini di altitudini territoriali, accompagnato da un calendario sulle epoche consigliate per la raccolta ed un glossario dei nomi.
Molto piacevolmente, la lettura di “Driope” è anche poter avvicinare i numerosi filosofi e terapeuti che in tutte le epoche storiche hanno cercato di sancire l’interdipendenza tra uomo e natura, anticipando la necessità restituire al mondo delle piante tutto il rispetto e l’attenzione che meritano. Un appassionato viaggio nel tempo apre così il volume di Peroni, tra squisite citazioni classiche, umanistiche, illuministe, mentre Driope la bellissima ninfa della mitologia classica trasformata in loto mentre allattava il suo piccolo, campeggia elegantemente sulla copertina del volume come simbolo del mutuo nutrimento e protezione che uomo e natura sono destinati a scambiarsi in eterno, pena la reciproca impossibilità di sopravvivere l’un l’altro.
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