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Storia

GRAFFITI A VARESE NEL RISORGIMENTO

FERNANDO COVA - 01/03/2013

Pio IX

Una festa campagnola di patrioti avvenuta l’ 8 ottobre 1847, conclusasi con un corteo notturno inneggiante al Papa, fu definita dal Metternich i “saturnali di Varese”; contemporaneamente il Delegato Provinciale Berretta segnalava alla Direzione Generale di Polizia alcune scritte comparse sui muri della città.

Vicino a casa Robbioni, attuale Municipio, comparve Viva l’Italia, guerra estrema all’Austria, morte a Bolza infame sicario. Robbioni era sospettato di essere un cospiratore e Bolza era il Commissario di Polizia a Milano che operò anche a Varese all’inizio della sua carriera, sotto il regno Italico.

Minacce di morte comparvero quando fu sciolta la Società del Casino che aveva la sede al piano superiore del Caffé del Casino in piazza sant’Antonino ora Carducci, su di un cartello si minacciò morte a Torresani, Bolza, Beretta e Baroffio, esponenti governativi. In mancanza di una libera stampa si manifestava in questo modo la ribellione di un popolo oppresso.

Diverse altre furono le scritte tramandateci, dalla pittoresca il fulmine di Dio vi disperda, o maledetti tedeschi della m….( vedi Cambronne), alla incomprensibile Pio IX conturbatore(,) cedi testa di legno, Pio IX al trono. Ecco un invito all’Imperatore: Rinuncia la corona a Pio IX che é degno o testa di legno, barbaro indegno.

Dai rapporti di Berretta ne rileviamo altre in Varese: Viva Pio IX al trono, viva Pio IX Re d’Italia, gran morte a tutti i tedeschi, sulla parte di casa Tenca a Biumo Superiore morte ai tedeschi, viva Pio IX nostro buon padre e Re.

A Fogliaro sul muro dell’ osteria Ferdinando é odiato da tutti, Pio IX é ben veduto da tutti, viva Pio IX. Ferdinando cedi il trono a Pio IX che tu non sei degno, o testa di legno. Ferdinando abdicò il 2 dicembre 1848 e gli successe Francesco Giuseppe.

Alla Madonna del Monte soccorrimi o Signore dalle mani dei barbari tedeschi, mentre alla XII cappella viva Pio IX padre amoroso, d’Italia oppressa liberator glorioso, morte a Bolza, alla XIV cappella viva Pio IX Re d’Italia.

L’avversione verso i “tognitt” é di antica data, si tramanda che già nel 1167 san Galdino scomunicò Landolfo, arciprete del Sacro Monte, passato dalla parte di Federico primo affermando per quell’odio che mai non avvicina il popolo lombardo all’alemanno.

Nel 1846 Pio IX fu eletto papa contro il parere dell’Austria. Assurto a simbolo di liberazione perché all’inizio del suo pontificato concesse una certa libertà di stampa, l’amnistia per i reati politici e scelse consiglieri aperti alle idee liberali, da ciò si deduce come il suo nome compaia nelle numerose scritte qui elencate.

Lo scrupoloso Beretta aggiunge in calce alle segnalazioni: …non occorre dire espressamente che tutte le accennate iscrizioni vennero prontamente cancellate e denunciate all’ Autorità Giudiziaria -….ed eccitamenti siano stati replicatamente impartiti alle Autorità ed alla Forza dipendente per la sorveglianza specialmente notturna, per ben combinati appostamenti, per le più attive indagini, tendenti a sorprendere in flagrante i colpevoli o almeno a scoprirli dopo.

Il linguaggio burocratico si connota, oggi come allora, con un uso ridondante del lessico; anche il vezzo di scrivere sui muri é sempre attuale con meno nobili intenti.

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