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Chiesa

COMMIATO GIOIOSO DAI FEDELI

GIAMPAOLO COTTINI - 01/03/2013

L’ultima udienza generale del mercoledì di Benedetto XVI in Piazza San Pietro è stata molto di più che un momento di commiato dai suoi fedeli, ma è stato un grande gesto di amore alla Chiesa e al mondo nella cornice del suo personale ringraziamento a Dio e a tutti quanti gli sono stati vicini. Con una solennità sobria e serenamente ricca di gratitudine, senza lasciare spazio a sentimentalismi nostalgici o ad enfasi retoriche, nello stile di disarmante ed autentica semplicità che gli è proprio, Joseph Ratzinger ha ripercorso la sua vita come cammino di totale obbedienza ed affidamento a Dio, mettendo al centro quella misteriosa volontà di Dio che dal 19 aprile del 2005 lo ha voluto al timone della barca di Pietro, nella certezza che la Chiesa non era “cosa sua” anche se da quel momento (come umanissimamente lui stesso ha ricordato) gli veniva tolta ogni forma di privacy per consegnare la sua vita alla Chiesa.

Infatti un Papa è sempre e per sempre proprietà di tutti i suoi fedeli senza poter riservare a sé nessun frammento di esistenza, tanto è assorbito dalla sua missione; eppure ha dichiarato di “non essersi mai sentito solo” in questo gravoso compito, ma di aver sempre “sentito” la presenza di tutti e di voler ringraziare ognuno nella gratitudine di un padre che sa di dover salutare i propri figli ma non certo di doverli abbandonare per sempre. Iniziando un nuovo periodo della sua vita, non rinuncia in nulla al suo compito, ma dichiara di dover svolgere in altro modo il suo ufficio dedicandosi alla preghiera e alla riflessione sempre per il bene della stessa Chiesa che per otto anni ha guidato da Papa.

Così l’ultima catechesi diventa la personale testimonianza di un’amicizia verso tutti gli uomini sostenuta solo dalla preghiera, anche se verrà meno il contatto fisico diretto con le folle. Da qui nasce la sua grande serenità di chi ha scelto di fronte a Dio di non sfuggire la Croce, ma di stare ai suoi piedi in questa nuova condizione di vecchiaia. Ciò a dimostrazione che il cristianesimo non è un’organizzazione di servizi religiosi o un’associazione caritativa, ma è l’amicizia con Gesù vissuta nella gioia dell’obbedire alla sua guida che rende capaci di essere ancora più vicino a tutti gli uomini. La solennità struggente del commiato si trasforma così in un ringraziamento a tutti, senza dimenticare nessuno (neppure chi gli ha forse dato qualche dispiacere), un saluto tra amici, certi che nulla potrà spezzare quel legame che li ha fatti incontrare e che li accomuna nel destino della salvezza operata da Dio.

La cosa più impressionante è però che ancora una volta Benedetto XVI ha testimoniato la centralità di Dio nella vita, di quel Dio che lo ha sempre guidato dandogli la forza di essere fedele in tutte le prove, anche quelle più difficili; per questo l’unica chiave di lettura di questi otto anni di pontificato è la luminosa presenza della fede come strada per vivere anche i momenti più dolorosi che si sono manifestati nelle ombre della stessa vita della Chiesa, e che non ha mai voluto nascondere. In questa prospettiva l’ultima catechesi non è stata né un bilancio del suo pontificato né l’indicazione di punti programmatici per il suo successore, ma solo un inno di gratitudine ed una testimonianza di gioia, con la promessa di mantenere l’indissolubile vincolo di preghiera tra sé e tutti i fedeli che porterà per sempre nel cuore. Grande la commozione certamente, ma nella pacata certezza che nulla e nessuno potrà spezzare quel legame di amore che si fonda in Dio stesso, che non abbandonerà mai nessuno e sempre sosterrà la sua Chiesa. Ed in questo Ratzinger ha ricordato in modo semplice e toccante la centralità di Dio nella storia, da lui insegnata non solo come Verità filosofica e teologica, ma come certezza sempre irraggiata da quel suo sorriso mite e dallo sguardo gioioso in cui è incorniciata la sua figura personale e di Pontefice. Solo un uomo così radicato in Dio può guardare con tanta fiducia anche al futuro della Chiesa, invitando a pregare per il prossimo conclave, con la dolcezza di un padre che non rinuncerà mai ad esserlo.

nelle foto: dalla Piazza San Pietro il commiato a Benedetto XVI (foto di Stefano Pedroli)

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