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Attualità

PERCHÉ UN SOLO OSPEDALE A VARESE?

OVIDIO CAZZOLA - 22/02/2013

La demolizione del padiglione ‘Vedani’ nell’area dell’Ospedale Del Ponte, le perplessità suscitate dall’invadente nuovo edificio previsto di otto piani, il progetto dell’autosilo in Villa Augusta nell’area del parco, a fronte della scuola elementare, hanno sollevato diffuse preoccupazioni e contrarietà.

È stato promosso un Comitato che chiede chiarimenti e che, sulla base anche di larga parte del mondo sanitario, sostiene l’irrazionalità della proposta che prevede la separatezza dell’Ospedale materno-infantile dal complesso dell’Ospedale di Circolo.

È necessario ricordare i vari aspetti del confronto in atto.

I sostenitori del polo materno infantile distinto dal Circolo affermano che i finanziamenti concessi sono mirati a quest’opera e sarebbero perduti in caso di cambiamento dei programmi. Ma non si conosce l’entità di questi finanziamenti né le condizioni poste per la loro disponibilità.

Non si conosce quali siano le opere che potrebbero sostenere:

-         se comprensive, oltre all’edificazione, anche di tutte le apparecchiature sanitarie duplicate rispetto a quelle già esistenti all’Ospedale di Circolo;

-         se finalizzate anche all’assunzione degli oneri conseguenti alla duplicazione del personale specialistico richiesto;

-         se comprensive della spesa per la realizzazione dell’autosilo.

Se così non fosse mancherebbe la garanzia ineludibile della presenza in un solo ambito sanitario, delle strutture di accoglienza, assistenza, cura delle pazienti madri, dei loro bambini, delle donne che richiedono esami e cure ginecologiche.

Non è accettabile infatti che accoglienza, assistenza, cura possano richiedere la chiamata di specialisti da un ospedale all’altro con tempi di trasferta e disagi connessi; o il trasferimento con autoambulanza dei pazienti, anche gravi, per superare la distanza attuale tra i due ospedali di soli cinquecento metri.

L’ampliamento dell’attuale Del Ponte comporterebbe poi ingenti spese che trascurerebbero la disponibilità nell’Ospedale di Circolo di edifici attualmente vuoti; con grave spreco di risorse.

Si continua anche a non tenere conto dell’impatto sui degenti delle attività di cantiere (per tempi lunghi) causato da demolizioni, movimentazione di mezzi pesanti per le nuove edificazioni, con propagazioni acustiche, di polveri, di vibrazioni in un’area ristretta e con padiglioni dei ricoverati in adiacenza.

Non si tiene conto dell’impatto urbano provocato dall’edificio progettato assolutamente invasivo per la sua eccessiva volumetria. Si continua a non tenere conto che la prevista realizzazione di un nuovo parcheggio sotterraneo nel parco di Villa Augusta, con accesso e uscita su via Nino Bixio davanti alla scuola elementare, creerà per il cantiere da attivare analoghi, prolungati disagi ai bambini che la frequentano e incidenza permanente sulla pedonalità infantile a parcheggio attivo.

Le ingenti spese che si dovrebbero complessivamente sostenere, la irrazionalità della previsione insufficientemente considerata del polo ospedaliero materno-infantile al Del Ponte, la permanente e incidente eredità negativa per la nostra città, se venisse realizzata la nuova edificazione, richiedono assolutamente un confronto serio e coraggioso di un programma nuovo e ragionevole, unitario, all’interno dell’area dell’Ospedale di Circolo con gli oneri che dovessero essere eventualmente sostenuti per l’interruzione e la modifica dei contratti in corso e la nuova programmazione necessaria.

L’attuale Del Ponte potrà assumere nuove funzioni con particolare attenzione a compiti di riabilitazione e di accoglienza per persone non più autosufficienti anche per anzianità.

Occorre ancora chiarire se le informazioni fornite nel 2006 ai consiglieri siano state complete ed esaurienti. Se il sistema sanitario regionale e locale non sia stato reticente al riguardo, se la sua ‘politica’ sia stata più attenta alle ‘opportunità’ che alla razionalità delle scelte da compiere.

L’amore che portiamo a questa nostra città, il lascito che consegniamo a chi ci seguirà, ci obbliga ineludibilmente a rivedere decisioni e percorsi che appaiono con ogni evidenza errati.

Intelligenza e sensibilità non hanno paura di riconsiderare decisioni prese, magari in buona fede, nel passato.

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