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Società

INFERMIERI DI FAMIGLIA

LUISA OPRANDI - 15/02/2013

Il loro nome è infermieri di famiglia e rappresentano il futuro della sanità italiana ed europea. Come accade per i medici di base, così gli infermieri territoriali ricevono pazienti in ambulatorio o si recano a domicilio su richiesta per tutti quegli interventi che la famiglia, la popolazione anziana o coloro che assistono cittadini necessitanti di cure non sono preparati ad affrontare.

Nella nostra provincia il primo ambulatorio-pilota di questo tipo è attivo a Bardello dallo scorso 18 gennaio, ma la JMF SAS, l’azienda di infermieri professionisti che ha dato vita al progetto, ha proposto il servizio ai diversi comuni, a partire dal capoluogo.

Concretamente l’ “infermiere di famiglia” presterebbe il proprio intervento per tutte quelle esigenze sanitarie che i tempi ormai brevissimi di ospedalizzazione rischiano di fare ricadere sulla famiglia dei pazienti oppure che obbligano a fare riferimento, anche dopo le dimissioni o nei casi di cronicità, ai servizi ospedalieri per interventi che potrebbero essere forniti a domicilio, senza spostamenti per i malati, né aggravi in termini di tempo o di organizzazione familiare per chi li assiste. Parliamo ad esempio di medicazioni di ulcere, decubiti, ferite, terapia iniettiva, fleboclisi, bendaggi medicati o elastocompressivi, eventuali prelievi, esami glicemici, interventi di educazione all’insulinoterapia e all’utilizzo di glucometri, rimozione punti di sutura.

Nell’ottica del Documento OMS “Salute per tutti nel XXI secolo” e delle norme previste dalle leggi 42/99 e 251/2000 in materia di autonomia delle professioni sanitarie, la costituzione di ambulatori infermieristici territoriali rappresenta l’evoluzione e il futuro della sanità, sia perché va a coprire quello spazio temporale che, a livello sanitario, si colloca tra la dimissione e la riabilitazione completa, sia perché è una valida forma di prevenzione di eventuali complicanze, in quanto garantisce assistenza e prestazioni sanitarie di personale altamente competente. Allo stesso tempo costituisce un importante supporto psicologico per il paziente e la sua famiglia, alleviando tante fatiche che nascono in situazioni di solitudine, anzianità, difficoltà di vario genere. Ma si propone anche come una opportunità di formazione per chi assiste anziani o disabili, fornendo tutto il supporto professionale necessario a garantire cure adeguate e sicure.

Dalla fine dello scorso anno la JMF SAS ha proposto la convenzione per attivare questo servizio anche al comune di Varese, che ha espresso la propria disponibilità a valutare la proposta. A maggiore ragione questa azione di intervento acquisisce significato in una città sede universitaria del corso in scienze infermieristiche, nell’ottica quindi di una sempre maggiore collaborazione tra la città e il suo ateneo e in prospettiva di un Piano dei servizi che nel futuro PGT sappia conciliare e favorire la sinergia tra i servizi pubblici e quelli privati convenzionati destinati al pubblico, volti prevalentemente a coprire una serie di necessità assistenziali e sanitarie della popolazione.

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