Ho scritto al rettore dell’Università dell’Insubria Coen Porisini per chiedergli di assumere una posizione che chiarisca, una volta per tutte, il pensiero universitario riguardo la possibilità di utilizzare il phoslock nelle acque del Lago di Varese, affermando, riguardo a quest’ultimo, come non vi sia un’opinione condivisa all’interno dell’ateneo.
Ho fatto questa domanda perché la Provincia di Varese ha riservato all’Università dell’Insubria un posto nell’Osservatorio del Lago di Varese. Il docente universitario, segnalato e incaricato, ha preso una posizione favorevole all’utilizzo del phoslock. Il fatto che l’ex rettore dell’Università dell’Insubria abbia assunto una tale decisione ha sbaragliato molti di coloro che siedono nell’Osservatorio, essendo tale pensiero tutto fuorché condiviso.
Riguardo a questa sostanza – il phoslock –, RMFonline ha pubblicato numerose interviste tutte avverse a quest’ultima fornite da vari docenti di Università italiane, esponenti di Centri di ricerca come il Cnr Pallanza e sindaci di Comuni.
Sono appena stato informato che si è recentemente svolta alla Provincia di Varese una riunione dell’Osservatorio del Lago di Varese-Comitato tecnico scientifico. Il detto comitato avrebbe dovuto sancire, dopo un prolungato dibattito, la non opportunità dell’utilizzo della sostanza phoslock per ridurre il fosforo nel lago, stante il costo economico dell’operazione e, soprattutto, stante la mancanza di una anche piccola bibliografia capace di avvalorare la bontà di questa sostanza per risolvere i problemi che ha questo specchio d’acqua di grandi dimensioni.
Così non è stato anche per la posizione contraria del rappresentante dell’Università.
Non possiamo permettere che vengano spesi soldi per una presunta e incerta salvaguardia del lago. Il phoslock sembra avere i connotati di una nuova bufala per di più dannosa che l’Università non può caldeggiare.
Il phoslock viene descritto come capace di rischiarare le acque di piccole fontane, o di piccoli canali. Non ha le caratteristiche per essere la panacea per risolvere anche solo alcuni dei problemi del Lago.
L’ex rettore dell’Università dell’Insubria aveva, inspiegabilmente supportato il phoslock (il rappresentante dell’Università dell’Insubria partecipa non a titolo personale ma per nomina del rettore all’Osservatorio in nome e per conto e con l’autorità dell’Università). Questo, malgrado da un autorevole Dipartimento dell’Università dell’Insubria – quello di Biotecnologie e di Scienze molecolari – come da un perito docente esterno a esso – sempre dell’Università dell’Insubria – siano state fatte presenti rimostranze critiche – anche convincenti – riguardo un possibile impatto negativo del phoslock sull’ambiente naturale e sugli animali del Lago e sulla sua impossibilità di risolvere stabilmente le problematiche inerenti l’afflusso di fosforo all’interno dello specchio idrico.
Per queste ragioni, avevo chiesto per lettera inviata all’ex rettore Dionigi quale fosse la sua opinione scientifica ovvero i dati in suo possesso per i quali sostenere la possibilità di utilizzare questa sostanza.
Non avendo lui mai risposto alle mie numerose lettere (e non ne capisco proprio il motivo, rivestendo la salvaguardia del lago di Varese un pubblico interesse ed essendo soggetta l’Università alla legge che obbliga alla risposta se non altro per ragioni di trasparenza e di rispetto per gli istanti), ho necessità ora e auspico una presa di posizione.
Va sgomberato il campo da equivoci. Va così tolto quello che pare essere il benestare universitario a questa pratica e va lasciato esclusivamente al singolo docente il sostegno al phoslock.
Andrà così il nuovo Rettore a dissipare le critiche interne alla stessa sua Università e farà un grande servizio collettivo togliendo quello che ha tutti i connotati per essere un grande equivoco?
Conto poi che una esternazione levi definitivamente le incertezze dei più, consentendo (venuto il presunto schermo della posizione scientifica universitaria) una pubblica decisione contro il phoslock. Ho auspicato, invece, che il nuovo rettore voglia caldeggiare iniziative per controllare portata e sdoppiamento delle condotte fognarie verso il lago di Varese e il suo ripopolamento con pesce autoctono.
You must be logged in to post a comment Login