Sotto elezioni, con classica consuetudine, si ripropone vivacemente il tema del sostegno alla cultura: da più parti si invitano i candidati a sottoscrivere dichiarazioni programmatiche. Gli ultimi appelli, promossi dai social network così amati dalle nuove generazioni, fanno riferimento alla cultura che i futuri governanti dovrebbero promuovere in quanto “fattore essenziale per una società equa, solidale, libera, aperta”. Parole importanti, che appaiono collocate in un contesto generico, dal senso strumentale. Cosa vuol dire veramente sostenere la cultura e chi lo dovrebbe fare?
Prendiamo il caso della lettura dei libri. Lo scenario statistico non è certo confortante, il numero degli italiani che leggono è in costante diminuzione: oggi solo uno su due legge, e di questi uno su dieci ogni anno si “perde”. Ma c’è un dato positivo: la lettura sembra interessare maggiormente gli adolescenti,ben il 60,5% è di età compresa tra 11 e 17 anni, le ragazze in misura maggiore. La famiglia ha un ruolo fondamentale: se anche i genitori sono buoni lettori i ragazzi raggiungono il 72%, contro il 39% rappresentato da figli di genitori che non leggono. Altre roccaforti della lettura sono le scuole, le biblioteche, le librerie, tutti luoghi che hanno un grandissimo potenziale di contatto con le nuove generazioni, e che giustamente devono essere sostenuti dalle istituzioni. Hanno un successo sempre crescente anche iniziative locali indipendenti come i caffè letterari (a Varese c’è il Caffè La Cupola alla Brunella o il Globe in via Sacco), gli eventi con reading organizzati attraverso Facebook da associazioni artistico-letterarie (Abrigliasciolta, Estroversi, La Curiosità Letteraria, per esempio) o da circoloni locali (a Casbeno, a Cardano al Campo tra gli altri) e infine i premi-concorsi letterari, che riescono a dare luce ad un fittissimo substrato di pubblicazioni ( vedasi i “piccoli” Morselli, Giallostresa, non dimenticando il gigante premio Chiara). Anche Radio Missione Francescana ha voluto inserire nel suo palinsesto uno spazio quindicinale, “Libri e storie” in onda il primo sabato e il secondo giovedì del mese, per promuovere la lettura attraverso incontri in diretta con gli autori e con i testi.
Coltivare la lettura costituisce un valore importante a tutte le età, e ancora di più è fondamentale per i nostri giovani. Si legge per curiosità, perché entrando in una vicenda o in una realtà descritta da altri, ci si può confrontare sui sentimenti, sui valori, e capire ciò che è diverso. Si legge perché ci si interroga: i più affascinati dalle questioni morali possono trovare elementi che li soddisfino nella loro ricerca dell’ assoluto, quasi che lo scrittore abbia saputo cogliere un senso che altrimenti ci sfugge. Leggendo si cercano risposte alle domande dell’anima, le verità nascoste nelle pieghe della vita: dentro un libro si può ritrovare “quanto c’è di più raro nell’universo e quanto c’è di più caro nel nostro animo” (Baricco) … un libro è capace di cambiarti la vita. La lettura, poi, stimola una certa elasticità cerebrale: richiede attenzione e concentrazione, che siano grandi classici o letture di “consumo”. Leggendo ci si abitua ad analizzare il testo dal punto di vista lessicale o sintattico, e talvolta serve impegno per cogliervi un concetto nascosto, un significato che sta dietro a quanto stiamo leggendo. Decodificare, sintetizzare, valutare: frutto di allenamento intenso, sono capacità che torneranno utili lungo tutto l’arco della vita. Leggere permette di sviluppare un modo tutto personale di approcciare le cose, permette di formare capacità di giudizio, spirito critico, così importanti per formare la personalità di ciascun giovane in cammino verso il futuro.
È probabile che il politico di turno, una volta eletto dopo i grandi proclami elettorali sulla cultura, obietti che è difficile in momenti di grandi difficoltà supportare la scuola, che non vi sono fondi per sostenere le biblioteche e meno male che ci sono i grandi gruppi editoriali che tengono aperte le librerie. Da singoli individui, e soprattutto in modo organizzato, possiamo fare certamente di più e meglio: sostenere con la presenza e con un affettuoso passaparola le iniziative locali, regalare libri, libri, libri, e perché no anche prestarli. Per parafrasare l’arcinoto appello di MAB Musei Archivi Biblioteche, AIB Associazione Italiana Biblioteche ANAI Associazione Nazionale Archivistica Italiana, ICOM Italia – International Council of Museums, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Italia Nostra, Comitato per la Bellezza… “la cultura è un diritto di tutti ed è un dovere anche nostro e non solo del governo, garantirla”.
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