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Storia

C’ERANO UNA VOLTA LE ELEZIONI

FERNANDO COVA - 11/02/2013

Caricatura di elettori tratte da “ L'asino” del 1878

In tanti scalpitano per essere eletti e andare a Roma, eppure in “Voyages en Italie”, Stendhal ( 1783 – 1842 ) riporta il commento di un nobile bolognese: “Se, alla resurrezione di questo paese, si pone la capitale a Roma, tutto è perduto; gli intrighi più vili trasmetteranno la cancrena al governo”. Siamo nel 1817!

Alle elezioni del 1895 a Varese si presentarono l’avvocato Carlo Arconati per i repubblicani e per il partito monarchico liberale il commendatore Carlo Menotti da Viconago, impresario di pubbliche costruzioni. Quest’ultimo godeva dell’appoggio incondizionato della “Cronaca Prealpina” di cui era il più forte finanziatore. Conosciuto nella zona montana del Varesotto perché risiedeva a Luino, avrebbe certamente trovato largo seguito nelle vallate circostanti, tanto più che aveva già ricoperto diverse cariche pubbliche a Roma.

Gli avversari democratici gli rimproveravano la grande ricchezza, l’aver promesso appoggi finanziari e contributi e il non aver mantenuto le promesse, la modesta cultura, l’essersi fatto strada col denaro e soprattutto di usarlo per comperare gli elettori.

Menotti vinse con 3169 voti contro i 1790 di Arconati, fu quindi proclamato, il giorno 27 maggio 1895, deputato del collegio elettorale politico di Varese-Arcisate-Cuvio, al primo scrutinio. All’apposita Giunta della Camera il gruppo democratico di Varese presentò alcuni ricorsi contro l’elezione di Menotti per la presunta corruzione esercitata durante la consultazione elettorale. In conseguenza di ciò la Giunta dichiarò contestata l’elezione, ma dopo una inchiesta il Menotti fu confermato deputato.

Quando l’avvocato Rinaldo Arconati sedeva a Montecitorio quale rappresentante dei repubblicani per la nostra zona ebbe uno scambio epistolare con Speri della Chiesa.

Tra queste lettere Speri inviò anche una lunga bosinata nel 1909 “El miglior candidaa” nella quale Tirolin, una macchietta del tempo, viene indicato come il prototipo del deputato ideale. La prima parte é ancora di attualità:

” Quand la roba, a longh andà,
La comincia a stravalgà
( sfiorire)
L’ortolan che gh’ha esperienza
El rinnova la somenza.
Ma in politica i usanz
hin divers, e l’é d’avanz,
Quand la foeuja la stracascia
De ranzà la peverascia
( erba perenne):
De manera che i germôi
Che rebutta hin semper quei.
Inscì ben se sa per proeuva
Che anca a fa Camera noeuva
se po’ spremm ben poc de bon
Perchè hin semper qui fustun
Che risponta e che rampéga
Su dal marsc che i a sofféga.”

Sarà un caso ma l’on. Pavia dopo varie candidature fallite divenne deputato nel 1913 con i Democratici (sinistra) aiutato, forse, da questa originale trovata elettorale: avendo da tempo promesso agli elettori di Brinzio la linea tramviaria Varese – Cuvio fece collocare alcuni tronchi di rotaie lungo l’itinerario a conferma della imminenza della nuova opera che non venne però mai realizzata. Oggi invece solo agende e fumose promesse verbali!

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