In un calcio mercato – quale che possa essere – le curiosità non possono certo mancare su acquisti e partenze più o meno azzeccati. Prima la curiosità, poi i bilanci con relative soddisfazioni o delusioni.
Certo è che, secondo consuetudine, a mercato ancora in corso, l’attenzione dei tifosi si polarizza su alcuni nomi di particolare interesse.
Mentre quelli della Juve non dovrebbe pretendere variazioni particolari dell’attuale assetto della squadra per gli altri il discorso è parecchio diverso. Tra questi non rientra certo l’Inter ma per ragioni antitetiche a quelle che inducono Beppe Marotta e compagnia a non scomporsi più di tanto addentrandosi in ricerche di mercato che, per quel che riguarda i bianconeri – almeno allo stato attuale – sarebbero del tutto inutili.
Con buona logica la società ha ritenuto che la squadra così com’è ha già una potenza che sconsiglia sostanziali varianti che, anzi, potrebbero, addirittura, arrecare problemi a un gioco ormai super collaudato con risultati eccellenti. Eventuali problemi Conte li potrà risolvere all’interno del suo schieramento convincendo centrocampisti a dare un aiuto, nelle conclusioni a rete, alla pur valida schiera degli attaccanti.
Per l’Inter, invece, il discorso potrebbe essere proprio contrario. S’è deciso di stringere i cordoni della borsa cercando qualche valutazione di giovani e da questa direttiva non ci si è spostati per la verità con risultati andati anche al di là dell’attesa pur persistendo l’ovvia necessità di contenimento delle pretese in limiti ben precisi.
Concludendo su Juve e Inter un centrocampista non guasterebbe da una parte come dall’altra ma con incarichi opposti: in aiuto alla difesa per i nerazzurri, per concludere a rete per i bianco-neri.
Chi, invece, sta attirando l’attenzione se vogliamo di tutto il calcio italiano quanto a possibili novità in arrivo è il Milan con i nomi di Balotelli (appena acquistato) e Kakà ricorrenti sulla bocca di tutti.
Del Mario nazionale non è neppure il caso di parlare essendo pacifico che l’inserimento nella squadra rossonera dipenderà solo da lui tanto sono scontate le sue doti tecniche. Del resto le caratteristiche del giocatore sono tali da potergli consentire di fare reparto anche da solo con esclusione di rischi di acclimatamento in squadra.
Resta, peraltro, pienamente in essere il problema delle sue “stranezze mentali” sempre presenti e in grado di condizionarne il rendimento. Il Milan dovrà, quindi, preoccuparsi del non indifferente problema: un panchinaro in Inghilterra tale potrebbe continuare a essere anche in Italia. Più tranquillizzante un eventuale ritorno di Kakà.
La cautela impone buone riserve: quelle, cioè, che dovrebbero appurare soprattutto le ragioni della sua “decadenza spagnola”. Ora, dovendosi escludere che l’aria madrilena abbia percentuali di maggior tossicità rispetto alla milanese il suo calo di rendimento appare difficile da spiegare lasciando, comunque, aperta la possibilità che il giocatore non sia più all’altezza del suo precedente periodo in rossonero. E la mancanza di Pirlo e delle sue puntuali precise ispirazioni al brasiliano – spesso fonte delle sue eccellenti giocate – potrebbe accentuare il rischio.
Insomma un Shevchenko bis (secondo periodo rossonero) per il Milan non sarebbe certo cosa gradevole.
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