Attualità

CARITAS A CASBENO

GIUSEPPE TERZIROLI - 01/02/2013

Sicuramente ci sarà capitato di passare davanti alla Questura o alla Prefettura, in uno dei punti più centrali della città. Dalle feste di Natale stazionano poche persone che hanno alle spalle dei lenzuoli bianchi, un po’ illeggibili: richiamano attenzione al loro problema, che è quello di ricevere le buste paga. La loro azienda, che è di Clivio, non si trova in cassa integrazione, ma non paga; qualcuno sta facendo lo sciopero della fame.

Alcune volte mi sono fermato a parlare; ho sempre trovato un giovane della Romania, un gigante buono, che sottovoce, quasi scusandosi, poneva il problema.

Chissà se la loro causa sarà risolta, come quella di tante altre consimili. Ma questa mi sembra particolare, priva di striscioni dei sindacati, non gridata né vociante, fatta di persone concrete che chiedono solo di essere ascoltate.

Io spero che prima che il numero vada in macchina e che questo pezzo sia pubblicato il problema sia risolto.

Chissà se qualche candidato alle elezioni prossime si è fermato a parlare con questi lavoratori stranieri, ma europei come noi. Se c’è in corsa qualche candidato cattolico è il momento di richiamarsi alla “caritas “ cristiana.

Sere fa in TV con David Parenzo per La7 a Scampia si parlava – con chi ne aveva il coraggio – dell’intervento della Caritas quale unico punto di riferimento e di aiuto. Spesso quando sento parlare i politici cattolici essi trattano dei “valori non negoziabili: “Ma allora esistono valori negoziabili?”.

Mi pare un controsenso come quello di Casbeno.

Se uno ha avuto il dovere di lavorare ha il diritto di ricevere il compenso. Vogliamo forse politicizzare l’etica piuttosto che cercare dei valori condivisibili tra i politici e lo schema degli sforzi per risanare il nostro Paese.

Più coraggio dei cattolici impegnati in politica a porre la caritas in cima ai loro programmi.